Perché non amo i gioielli galvanizzati

Non amo i gioielli galvanizzati e nessun gioiello Maraismara lo è mai stato.

È un argomento spinoso e tecnico, farò del mio meglio per spiegarvi quello che ne penso.

 Con il termine "galvanizzazione" si intende un procedimento che consente di "vestire" un oggetto di metallo con uno strato composto da un altro metallo.

 In bigiotteria e gioielleria si utilizza questa tecnica soprattutto per far sembrare gli oggetti più lucidi e tenerli in vetrina sempre splenditi splendenti, senza fatica.

Avete presente quando un un gioiello o un pezzo di bigiotteria sono accompagnati dal perentorio cartoncino "evitare il contatto con l'acqua"? Perché mai un semplice gioiello di argento 925, ad esempio, senza alcuna pietra, dovrebbe essere tenuto lontano dall'acqua?
Viene scritto di stare attenti all'acqua perché un oggetto galvanizzato è un  po' più delicato: c'è uno strato sottilissimo di metallo B che copre il metallo A, ma il sottile metallo B non durerà per sempre. È sottilissimo, appunto. Per questo è richiesta la massima attenzione e anche l'acqua diventa un nemico.
Oltretutto lo strato di B, quello che si utiliza per coprire il metallo che realmente compone l'oggetto, non scomparirà uniformemente, ma andrà via prima nelle zone di maggior usura. A questo punto il gioiello diventerà maculato e bisognerà portarlo in un laboratorio specializzato, affinché venga tolto (quel che resta del) vecchio strato di metallo B e applicato uno nuovo. Delicato, tedioso e, a lungo andare, costoso.

Ecco delle nuove domande a trabocchetto. 
Avete mai sentito "sono allergico all'argento" "l'oro bianco mi da fastidio, riesco a portare solo l'oro giallo"?

Ebbene, di tutte queste persone pochissime sono quelle che realmente sono allergiche all'argento o all'oro. Pochissime.

Prendiamo il caso dell'argento 925, che in gioielleria viene quasi sempre galvanizzato o, siamo più specifici, rodiato.
L'argento è un metallo prezioso, ciononostante è soggetto ad ossidazione. Qualcuno ha un sudore così acido da far scatenare una veloce reazione di ossidazione sul metallo. Immaginate poi dei gioielli di argento in una gioielleria: non vengono mica venduti subito, anzi, sono pure toccati da tante persone ed esposti all'aria, mentre l'argento è fatto per essere vissuto addosso.

Così si è ben pensato di rivestire l'argento 925 di rodio, un metallo ben più prezioso e di più difficile ossidazione.

Bisogna poi considerare che il rodio non aderisce direttamente all'argento: c'è bisogno di un metallo che medi il legame, che sono il palladio o il nichel.

Extra Ecclesiam nulla salus.

Per l'oro bianco il discorso è simile, pure se più complesso e pregno di varianti: l'oro in natura è giallo, se lo si vuole vendere come bianco bianco bianco allora occorre ricorrere al nichel.
Naturalmente esiste una normativa che regola l'uso del nichel, ma non c'è modo di individuare i gioielli prodotti in precedenza. 

Piccolo consiglio in merito alle allergie.
Prima di condannarvi a una vita in cui non potete indossare gioielli che vi fanno innamorare, fate delle vere prove allergiche e scoprite l'esatto metallo che vi da fastidio.

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